A modo tuo.

C’è il sole ad insistere sul mare di Ostia, e vento freddo a colorare d’autunno un paesaggio che sembra assomigliare a certi animi appesi ad un filo. Un vento che spazza via, anche solo per un attimo, quel grigio impotenza, quello sporco che incrosta il pavimento dei sentimenti di molti; vento che, però, non riesce a sgomberare la mia mente da certi pensieri presuntuosi ed impertinenti, da emozioni che sanno dove aggrapparsi, che non ce la fanno proprio ad arrendersi.

Ho incontrato Pasolini, quando l’artista, l’immenso pensatore era già diventato mito, processo al quale aveva contribuito quel pezzo (enorme) di sistema che lo aveva boicottato, diffamato, screditato per anni. L ‘ho conosciuto tramite occhi terzi, articoli letti, parole riportate, la sua arte infinita, capace di acquisire vigore ed energia col passare degli anni. L’ho usato per (tentare di) capire me stesso, i sentimenti e la vita degli altri, prima che il mondo.

Sono qui fuori tempo, e dal tempo, calpesto foglie riverenti, quasi ossequiose, come se volessero proteggere, quel lembo di terra che ha visto esaurirsi il percorso dell’uomo complesso, ma non la sua scia magnetica e contraddittoria, quell’innata capacità di stupire e stupirsi che ha fatto tanta paura, quell’istintivo gusto per il confronto, quegli orizzonti squarciati ed allungati.

Ormai il sole s’è nascosto, il vento placato. In testa un caos ordinato prova a tener a bada l’ansia per quel futuro che sa di passato, sorrido ed entro in macchina. In fondo, ciò che conta è la forza con cui si affronta il percorso , la difesa delle proprie scelte, la necessità di dubitare di tutto (o quasi) per comprendere qualcosa, la capacità di non avere paura della paura.

Ognuno a modo suo.

Non c’è nulla di più bello che illudersi che le idee siano ancora in grado di cambiare volto e destino delle persone.

© Riproduzione riservata

Lascia un commento